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lunedì 1 giugno 2015

Maze Runner: Il labirinto

Buongiorno a tutti.
Inauguriamo questo blog con un film che da tempo mi ero proposto di vedere.
Sto parlando di Maze Runner: Il labirinto.

Se ne è parlato parecchio, e questo perché il film creava grande aspettativa essendo tratto dal primo volume di una serie di sei romanzi scritti da James Dashner che ha già conquistato un nutrito pubblico di ragazzi.
Il film è del 2014 (mentre il romanzo è del 2009) e la regia è stata affidata allo sconosciuto Wes Ball, giovane esordiente (classe 1985) esperto in effetti speciali.

Premesso che non ho letto il romanzo, mi accingo a dire il mio parere sul film.

TRAMA: Il giovane Thomas si sveglia in un montacarichi privo della memoria, non ricordando nemmeno il proprio nome. Si ritrova in un ambiente alquanto singolare: una radura popolata da altri giovani ragazzi autosufficienti, circondata da boscaglia e da delle alte mura. Mentre la memoria torna a scaglioni, Thomas fa amicizia con gli altri abitanti della radura, scoprendo che a loro volta sono stati portati in quel posto per motivi sconosciuti privi di qualsiasi ricordo. In più, attorno a loro, oltre le mura, si estende un intricato labirinto popolato da pericolose creature che non permettono loro di uscire dalla propria prigionia. 

La trama sarebbe stata molto carina, se non fosse che segue la scia percorsa da altri romanzi (e film) che stanno andando di moda in questo periodo e definiti di genere "distopico". Basti pensare al patriarca di tutti questi, Hunger Games, e al successivo Divergent. Gli elementi di questi film vengono ripresi nella medesima salsa. Con Hunger Games abbiamo l'elemento della sopravvivenza in un luogo ristretto ed ostile mentre con Divergent l'alto muro che divide dall'ignoto (non ho ancora visto Insurgent dunque potrebbero portare a due spiegazioni o situazioni differenti, vedremo). Con entrambi, invece, riprende l'elemento di un gruppo di giovani che devono lottare contro un sistema che ha il totale controllo e il pieno potere, sfociando poi nella ribellione.

A mio avviso, dunque, quando un'idea segue la moda anziché creare qualcosa di originale, perde parecchi punti. Spero che nei film (o romanzi se avrò modo di leggerli) che seguiranno la trama si sviluppi in una maniera che dia carattere alla saga attraverso elementi distintivi che la caratterizzino.

In ogni caso, il film non ha annoiato ed è stato un piacevole passatempo, seppur scontato in diversi punti.

Una cosa che mi ha fatto storcere il naso sin dall'inizio del film è stata la definizione che i ragazzi hanno dato ai mostri presenti nel labirinto. Dicono di chiamarli "Dolenti". Quello che mi chiedo è come possono dei ragazzi arrivare a dare un nome del genere a dei ragni giganti che uccidono chi rimane nel labirinto di notte? Non verrebbe più istintivo ed automatico chiamarli "mostri", "ragni", "creature" o altro? A chi verrebbe mai in mente di chiamarli "Dolenti"? Mi ha ricordato inevitabilmente i nomi delle caste di Divergent: Intrepidi, Abneganti, Eruditi ecc...

Veniamo ora ai PERSONAGGI e agli INTERPRETI:

Molto buone le interpretazioni di Dylan O'Brien (Thomas) e Kaya Scodelario (Teresa) che incarnano bene il ruolo dei protagonisti, seppur devo dire che spicca su tutti quella di Will Poulter (Gally) con la sua espressività facciale che mi ha particolarmente colpito. Non mi ricordavo di questo ragazzo. Sono andato a fare delle ricerche su di lui solo dopo aver visto il film e ho avuto solo conferme riguardo la mia immediata impressione. Difatti ho visto che ha vinto diversi premi e ha svolto molte altre interpretazioni importanti, essendo definito come uno dei giovani talenti di cui sentiremo parlare nel prossimo futuro.

Per tutte le altre... direi che è stata abbastanza tragica. Thomas Brodie Sangster (Newt) mi da l'impressione che abbia le stesse espressioni in tutti i film a cui partecipa. Ki Hong Lee (Minho) sembra che abbia una sorta di piccolo sorrisetto divertito ad ogni inquadratura, anche in quelle in cui il suo personaggio non dovrebbe aver niente da ridere. Una specie di mono-espressione che non cambia mai. Blake Cooper (Chuck) non mi ha trasmesso nulla, nemmeno in alcune scene in cui avrebbe dovuto smuovere dei sentimenti.

A questo aggiungiamo la terribile scena finale (non spoilero prometto) che ho trovato assolutamente banale e fin troppo usata nelle sceneggiature cinematografiche (quando la vedrete mi direte voi che ne pensate)!! Ma qui è un problema dello scrittore e non degli attori.

In conclusione è un film che fa passare tranquillamente una serata ma che non spicca per le doti degli attori (se non uno o due) né per la trama. Ad ogni modo sono ottimi gli effetti speciali e si ha una base solida e promettente per un secondo capitolo che potrebbe far guadagnare punti alla serie spiccando il volo. Vedremo :)

Saluti a tutti quanti. Spero che la recensione vi sia piaciuta. Scrivete pure i vostri commenti e ditemi il vostro parere su questo film!

An se vì!




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